La passata settimana politica è stata una vera e propria sequela di colpi di scena degni della migliore telenovela di second'ordine. Ho l'intenzione di analizzarla in un post successivo, ma per farlo vorrei aspettare di essere più calmo su questo argomento, per poter ragionare a mente fredda.
In questo post ho invece intenzione di parlare dei risultati delle elezioni del 21 e del 22 aprile nella mia regione, il Friuli Venezia Giulia: il fatto che io sia stato a lavorare in seggio me ne fornisce una facile occasione, per non menzionare che due dei cinque autori di questo blog vengono da questa regione speciale di nome e di fatto.
Il suicidio politico inscenato dal PD negli ultimi giorni sembrava togliere le speranze a Debora Serracchiani, candidata del centrosinistra in una regione tradizionalmente di destra, e favorire enormemente la riconferma del presidente uscente Renzo Tondo. Qualche possibilità veniva data al candidato del M5S Saverio Galluccio, forte del momento favorevole che il suo partito sta vivendo in queste settimane, ma nessuna speranza era riservata alla Serracchiani.
Una volta ultimato lo spoglio, però, la candidata del centrosinistra è uscita vincitrice, seppure per soli duemila voti (lo 0.39%), sul presidente uscente. Confronti con le scorse elezioni regionali sono difficili da compiere, poiché in esse non c'era un terzo candidato forte come quello del M5S, che nella mia regione riporta il 19% delle preferenze.
Nonostante ciò, qui di seguito fornirò la mia analisi su chi sono i vincitori e i vinti di questa competizione elettorale, dalla quale si possono comunque trarre alcuni messaggi, specialmente per il centrosinistra, in chiave nazionale.
VINCITORI
L'astensione
Le cifre parlano chiaro: se nel 2008 erano andati a votare 790,000 elettori, quest'anno lo hanno fatto solo 550,000: un crollo di 240,000 votanti, pari al 23% (quasi un quarto) in termini percentuali. Anche se parte di questa differenza si può spiegare con la concomitanza nel 2008 delle elezioni nazionali (per le quali storicamente il tasso d'affluenza è sempre più alto rispetto a qualunque altra votazione), resta comunque il fatto che 240,000 elettori sono più di quelli che hanno votato Debora Serracchiani. Per di più, nei due turni precedenti (1998 e 2003), in cui non si votava anche per le elezioni legislative, l'affluenza è stata del 63% degli elettori: le votazioni di quest'anno sono state quelle che hanno registrato la minore affluenza per le regionali negli ultimi vent'anni. Per una regione dove si è sempre votato molto questo dato è allarmante, ed è un dato concorde con tutte le competizioni elettorali degli ultimi anni.
Debora Serracchiani
Le elezioni non le ha vinte il centrosinistra, ma lei, il candidato presidente della regione. Questo lo dicono i numeri: le liste del centrodestra hanno raccolto nel complesso 25,000 voti in più di quelle del centrosinistra (181,000 a 156,000), distacco completamente colmato dalla Serracchiani, che ha raccolto 55,000 preferenze autonome, ossia espresse solo per lei e non per una lista collegata, contro le 28,000 di Tondo. In termini relativi la cifra è ancora più impressionante: la candidata del centrosinistra ha raccolto un quarto dei voti con le sue sole energie, mentre per quello del centrodestra la quota è del 13%. Premetto che la mia simpatia per Debora Serracchiani non è elevata: ritengo deficitaria la sua gestione del PD (è segretaria regionale) in Friuli Venezia Giulia, ed è stata catapultata dal consiglio comunale di Udine direttamente alle europee avendo come unico merito un discorso (per altro non chissà che originale) fatto in un'assemblea nazionale dei circoli PD svoltasi subito dopo le dimissioni di Veltroni.
Lei però ci ha messo la faccia e ha vinto la scommessa. Si badi bene: ho sentito su La7 che nella mia regione ha vinto un'outsider. Non c'è niente di più falso, tant'è che la Serracchiani non è estranea al partito, ma ne è un 'importante esponente, in quanto, come già detto, segretaria regionale. In ogni caso, la sua vittoria mostra che il PD per uscire dalla sua crisi, può fare affidamento su una schiera di militanti e di amministratori su cui scommettere.
Due soli nei in questa vittoria: nel 2008 Illy, candidato del centrosinistra, prese 140,000 voti in più, ma a quel tempo non c'era il M5S ed effettivamente lo sguardo nei confronti della politica era del tutto diverso; la Serracchiani è inoltre renziana, ma si sa, nessuno è perfetto...
SCONFITTI
Il centrodestra e Renzo Tondo
Nessuno si sarebbe aspettato un tale tracollo per il centrodestra e per Renzo Tondo: quest'ultimo in cinque anni ha lasciato per strada rispetto al 2008, quando si era candidato per la prima volta, 200,000 voti. Il suo consenso si è praticamente dimezzato, e questo dato in sé basta a quantificare il grande fallimento del centrodestra in questi cinque anni in regione. Dato per grande favorito nei sondaggi, è risultato il grande sconfitto: d'altronde, la scarsità della sua azione nel momento in cui si parlava di federalismo fiscale (con conseguente quasi perdita della peculiarità fiscale data dallo statuto speciale) è solo il caso più clamoroso, ma in generale egli paga una gestione piuttosto anonima e priva di grandi idee.
DELUSI
Il M5S
Alcuni sondaggi lo davano per possibile vincitore, con più chances rispetto a quelle di Debora Serracchiani. Il M5S ha riportato con il suo candidato il 19% dei voti, ma se si vanno a vedere le preferenze assegnate alle singole liste la quota del M5S scende al 13%. La differenza è significativa: 48,000 preferenze sono state date esclusivamente a Saverio Galluccio. Per un confronto con i dati delle scorse elezioni politiche (in cui il M5S ha raccolto il 27.22%) è fondamentale stabilire quale dei due dati scegliere: se si considera quello più alto, la differenza è dell'8%, altrimenti del 14%. Alle scorse elezioni politiche si era votato anche per tre presidenti di regione: in Lombardia, in Lazio e in Molise. In tutte queste regioni la differenza tra il voto riportato dal candidato M5S e il risultato del partito alle elezioni nazionali ha oscillato tra il 5% e il 10%, e questo divario si è mantenuto intatto anche per il Friuli. Ciò vuol dire che il M5S non solo conferma la sua minore capacità di imporsi sul territorio anche per la sua struttura liquida, basata sulla rete e sul megafono Grillo, ma anche che non cresce, tenendo conto di quest'ultimo fenomeno, rispetto a due mesi fa, contrariamente a quanto detto da molti sondaggi che lo danno in netta crescita (oggi il TG di La7 lo dava al 29%, primo partito d'Italia e davanti alla coalizione di centrosinistra): insomma, almeno qui in regione il M5S ha temporaneamente fermato la sua avanzata.
Nota locale
Nel mio comune, Varmo, il centrosinistra è andato male, come sempre. Non solo la Serracchiani ha ottenuto percentuali inferiori rispetto alla media regionale, ma anche nei confronti di quella della circoscrizione di riferimento. Inoltre, il PD rispetto alle scorse elezioni regionali ha perso 165 voti, quasi metà delle preferenze (373) ottenute nella stessa competizione del 2008, anche se va ricordato che da noi il crollo dell'affluenza è stato significativo (dal 69% al 49%) e allora il M5S non c'era. Questo dato, insieme al fatto che alle ultime politiche praticamente nessuno sotto i trent'anni nel mio comune ha votato PD (come si può evincere nella differenza tra i risultati per il Senato e per la Camera), mi preoccupa, soprattutto se penso che il segretario del circolo del mio comune, tale Federico Pittoni, ha 25 anni: se non riesce a convincere i suoi amici coetanei, come pensa di persuadere gli altri? Per di più, quando è venuto a casa mia per fare campagna elettorale per un candidato di sua fiducia, non ha saputo darmi altre motivazioni se non "Io lo conosco e lo stimo" e "Vuole accorpare i comuni" (cosa non scritta nel suo volantino), e io gli ho rotto le scatole per un'ora alla ricerca di una risposta convincente... Dirigenza PD locale, che aspetti a trarre le conclusioni sulla pochezza di un segretario che sul giornale dice che "Il consiglio comunale perde tempo a discutere del piano regolatore"?
In questo post ho invece intenzione di parlare dei risultati delle elezioni del 21 e del 22 aprile nella mia regione, il Friuli Venezia Giulia: il fatto che io sia stato a lavorare in seggio me ne fornisce una facile occasione, per non menzionare che due dei cinque autori di questo blog vengono da questa regione speciale di nome e di fatto.
Il suicidio politico inscenato dal PD negli ultimi giorni sembrava togliere le speranze a Debora Serracchiani, candidata del centrosinistra in una regione tradizionalmente di destra, e favorire enormemente la riconferma del presidente uscente Renzo Tondo. Qualche possibilità veniva data al candidato del M5S Saverio Galluccio, forte del momento favorevole che il suo partito sta vivendo in queste settimane, ma nessuna speranza era riservata alla Serracchiani.
Una volta ultimato lo spoglio, però, la candidata del centrosinistra è uscita vincitrice, seppure per soli duemila voti (lo 0.39%), sul presidente uscente. Confronti con le scorse elezioni regionali sono difficili da compiere, poiché in esse non c'era un terzo candidato forte come quello del M5S, che nella mia regione riporta il 19% delle preferenze.
Nonostante ciò, qui di seguito fornirò la mia analisi su chi sono i vincitori e i vinti di questa competizione elettorale, dalla quale si possono comunque trarre alcuni messaggi, specialmente per il centrosinistra, in chiave nazionale.
VINCITORI
L'astensione
Le cifre parlano chiaro: se nel 2008 erano andati a votare 790,000 elettori, quest'anno lo hanno fatto solo 550,000: un crollo di 240,000 votanti, pari al 23% (quasi un quarto) in termini percentuali. Anche se parte di questa differenza si può spiegare con la concomitanza nel 2008 delle elezioni nazionali (per le quali storicamente il tasso d'affluenza è sempre più alto rispetto a qualunque altra votazione), resta comunque il fatto che 240,000 elettori sono più di quelli che hanno votato Debora Serracchiani. Per di più, nei due turni precedenti (1998 e 2003), in cui non si votava anche per le elezioni legislative, l'affluenza è stata del 63% degli elettori: le votazioni di quest'anno sono state quelle che hanno registrato la minore affluenza per le regionali negli ultimi vent'anni. Per una regione dove si è sempre votato molto questo dato è allarmante, ed è un dato concorde con tutte le competizioni elettorali degli ultimi anni.
Debora Serracchiani
Le elezioni non le ha vinte il centrosinistra, ma lei, il candidato presidente della regione. Questo lo dicono i numeri: le liste del centrodestra hanno raccolto nel complesso 25,000 voti in più di quelle del centrosinistra (181,000 a 156,000), distacco completamente colmato dalla Serracchiani, che ha raccolto 55,000 preferenze autonome, ossia espresse solo per lei e non per una lista collegata, contro le 28,000 di Tondo. In termini relativi la cifra è ancora più impressionante: la candidata del centrosinistra ha raccolto un quarto dei voti con le sue sole energie, mentre per quello del centrodestra la quota è del 13%. Premetto che la mia simpatia per Debora Serracchiani non è elevata: ritengo deficitaria la sua gestione del PD (è segretaria regionale) in Friuli Venezia Giulia, ed è stata catapultata dal consiglio comunale di Udine direttamente alle europee avendo come unico merito un discorso (per altro non chissà che originale) fatto in un'assemblea nazionale dei circoli PD svoltasi subito dopo le dimissioni di Veltroni.
Lei però ci ha messo la faccia e ha vinto la scommessa. Si badi bene: ho sentito su La7 che nella mia regione ha vinto un'outsider. Non c'è niente di più falso, tant'è che la Serracchiani non è estranea al partito, ma ne è un 'importante esponente, in quanto, come già detto, segretaria regionale. In ogni caso, la sua vittoria mostra che il PD per uscire dalla sua crisi, può fare affidamento su una schiera di militanti e di amministratori su cui scommettere.
Due soli nei in questa vittoria: nel 2008 Illy, candidato del centrosinistra, prese 140,000 voti in più, ma a quel tempo non c'era il M5S ed effettivamente lo sguardo nei confronti della politica era del tutto diverso; la Serracchiani è inoltre renziana, ma si sa, nessuno è perfetto...
SCONFITTI
Il centrodestra e Renzo Tondo
Nessuno si sarebbe aspettato un tale tracollo per il centrodestra e per Renzo Tondo: quest'ultimo in cinque anni ha lasciato per strada rispetto al 2008, quando si era candidato per la prima volta, 200,000 voti. Il suo consenso si è praticamente dimezzato, e questo dato in sé basta a quantificare il grande fallimento del centrodestra in questi cinque anni in regione. Dato per grande favorito nei sondaggi, è risultato il grande sconfitto: d'altronde, la scarsità della sua azione nel momento in cui si parlava di federalismo fiscale (con conseguente quasi perdita della peculiarità fiscale data dallo statuto speciale) è solo il caso più clamoroso, ma in generale egli paga una gestione piuttosto anonima e priva di grandi idee.
DELUSI
Il M5S
Alcuni sondaggi lo davano per possibile vincitore, con più chances rispetto a quelle di Debora Serracchiani. Il M5S ha riportato con il suo candidato il 19% dei voti, ma se si vanno a vedere le preferenze assegnate alle singole liste la quota del M5S scende al 13%. La differenza è significativa: 48,000 preferenze sono state date esclusivamente a Saverio Galluccio. Per un confronto con i dati delle scorse elezioni politiche (in cui il M5S ha raccolto il 27.22%) è fondamentale stabilire quale dei due dati scegliere: se si considera quello più alto, la differenza è dell'8%, altrimenti del 14%. Alle scorse elezioni politiche si era votato anche per tre presidenti di regione: in Lombardia, in Lazio e in Molise. In tutte queste regioni la differenza tra il voto riportato dal candidato M5S e il risultato del partito alle elezioni nazionali ha oscillato tra il 5% e il 10%, e questo divario si è mantenuto intatto anche per il Friuli. Ciò vuol dire che il M5S non solo conferma la sua minore capacità di imporsi sul territorio anche per la sua struttura liquida, basata sulla rete e sul megafono Grillo, ma anche che non cresce, tenendo conto di quest'ultimo fenomeno, rispetto a due mesi fa, contrariamente a quanto detto da molti sondaggi che lo danno in netta crescita (oggi il TG di La7 lo dava al 29%, primo partito d'Italia e davanti alla coalizione di centrosinistra): insomma, almeno qui in regione il M5S ha temporaneamente fermato la sua avanzata.
Nota locale
Nel mio comune, Varmo, il centrosinistra è andato male, come sempre. Non solo la Serracchiani ha ottenuto percentuali inferiori rispetto alla media regionale, ma anche nei confronti di quella della circoscrizione di riferimento. Inoltre, il PD rispetto alle scorse elezioni regionali ha perso 165 voti, quasi metà delle preferenze (373) ottenute nella stessa competizione del 2008, anche se va ricordato che da noi il crollo dell'affluenza è stato significativo (dal 69% al 49%) e allora il M5S non c'era. Questo dato, insieme al fatto che alle ultime politiche praticamente nessuno sotto i trent'anni nel mio comune ha votato PD (come si può evincere nella differenza tra i risultati per il Senato e per la Camera), mi preoccupa, soprattutto se penso che il segretario del circolo del mio comune, tale Federico Pittoni, ha 25 anni: se non riesce a convincere i suoi amici coetanei, come pensa di persuadere gli altri? Per di più, quando è venuto a casa mia per fare campagna elettorale per un candidato di sua fiducia, non ha saputo darmi altre motivazioni se non "Io lo conosco e lo stimo" e "Vuole accorpare i comuni" (cosa non scritta nel suo volantino), e io gli ho rotto le scatole per un'ora alla ricerca di una risposta convincente... Dirigenza PD locale, che aspetti a trarre le conclusioni sulla pochezza di un segretario che sul giornale dice che "Il consiglio comunale perde tempo a discutere del piano regolatore"?
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