domenica 4 maggio 2014

Tra #gennyacarogna, #gastone e la #Camorra: il #calcio è crimine?

Genny 'a Carogna, così soprannominato dai suoi amici:
chissà perché...
Questa frase è spesso usata dal coblogger Zurota. Purtroppo, a guardare quello che è successo ieri a Roma per la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, difficilmente gli si può dare torto. Gli elementi a conferma della tesi sono vari e incontestabili, almeno in questo caso.
Cominciamo dal fatto scatenante: a quanto pare, un capo ultras della Roma, soprannominato Gastone, già più volte arrestato anche per minacce, avrebbe sparato a tre tifosi del Napoli, di cui uno, colpito alla spina dorsale, in condizioni molto gravi.
A prescindere dal fatto che sia veramente colpevole o no, mi sfugge come possa avere il porto d'armi un elemento con tali precedenti. Gastone, infatti, è lo stesso che nel 2004 fece fermare il derby di Roma perché si era diffusa la voce (poi dimostratasi falsa) che un mezzo della polizia avesse investito, uccidendolo, un bambino. 
A parziale smentita della tesi calcio = crimine si potrebbe rispondere che sì, è noto che la rivalità tra le tifoserie di Roma è Napoli è più che accesa, ma in questo caso la partita non riguardava queste due formazioni: si tratterebbe, qualora fosse confermata l'ipotesi attuale, semplicemente di un delinquente che usa il calcio per sfogare i suoi istinti violenti.
Qui però devo giungere al protagonista della foto in questo post, l'illustre "Genny 'a carogna". Costui, oltre a inneggiare con la sua maglietta a un condannato a 9 anni di carcere per l'omicidio di un poliziotto, può vantare illustri natali: è infatti figlio di un camorrista affiliato al clan dei Misso del Rione Sanità a Napoli. Ora, a parte questi precedenti (le colpe dei padri non cadano sui figli, però la maglietta è inequivocabile...), uno con un soprannome così non lo immagino a sorseggiare cognac mentre discute di ontologia... La camorra si è pesantemente infiltrata nel tifo organizzato a Napoli, come conferma questo tweet di Roberto Saviano:



Non mi si fraintenda, io non voglio generalizzare, voglio difendere proprio chi, come me, tifa una squadra in maniera genuina ed è contrario a ogni violenza: non si possono nascondere certe cose (il dominio della destra estrema e della criminalità nel tifo organizzato) solo per paura di offendere gli altri.
In tutto ciò, la partita si è giocata. Certo, non so se sia stata la decisione giusta (ad esempio, cosa sarebbe successo in caso di rinvio?), ma spero che essa non sia stata dettata solo dalle esigenze di chi detiene i diritti televisivi dell'evento. Ma soprattutto, tanto per tornare al dottor "Carogna", come si può pensare di chiedere a un personaggio del genere se sia il caso di giocare o no? Se si voleva capire l'aria tra i tifosi del Napoli, perché dare a tale individuo la rappresentanza di un'intera tifoseria? Negli anni '70, pur col rapimento di Moro, lo Stato decise di non trattare coi terroristi davvero ora ci vogliamo arrendere di fronte a certi personaggi?

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