In un mio post precedente avevo parlato di risultato deludente per il M5S: oggi giustamente quest'ultimo esulta per la vittoria a Ragusa di Federico Piccitto (a lato), unico candidato M5S nei quattro comuni capoluogo al voto in Sicilia ad aver raggiunto due settimane fa il ballottaggio. Ma Ragusa non riserva l'unica sorpresa di questo turno elettorale: a Messina ha vinto un candidato della sinistra più "identitaria" (non mi piace né il termine "radicale" né quello "estrema"), dichiaratamente contro la costruzione del ponte sullo stretto (ma se è per quello sono anch'io contrario, e dubito che qualcuno possa definirmi un estremista di sinistra). Il PD, che era euforico dopo i ballottaggi di due settimane fa e la vittoria a Catania al primo turno, riesce oggi a conquistare solo Siracusa.
Ha ragione il Fatto Quotidiano, quindi, a titolare "bocciate le larghe intese"? Dal basso della mia posizione dico subito di no: fosse così, non si sarebbero avuti i risultati di due settimane fa. Il M5S può essere contento del risultato in Sicilia, ma conferma che, se le scelte sono tra ben più di due poli, riesce a sfondare poco (un comune capoluogo conquistato su venti al voto è un dato decisamente inferiore rispetto alla portata elettorale del M5S). Personalmente trovo che la chiave dei risultati a sorpresa del secondo turno a Messina e Ragusa sia molto semplice: il M5S o qualunque altro candidato al di fuori del classico schema destra-sinistra hanno molta difficoltà a raggiungere il ballottaggio in un'elezione comunale, ma quando ce le fanno, come è successo a Parma nel 2012, prendono i voti di tutti coloro che avevano scelto gli altri candidati che non erano giunti al ballottaggio, a conferma, come da me detto più volte, di quello che è l'enorme problema, soprattutto per il PD, oggi: pur essendo gli elettori in rotta dalla destra, costoro non vengono attratti da una proposta di centro-sinistra e, se forzati a scegliere tra questa e una qualunque altra, scelgono quest'ultima. A Ragusa gli elettori di destra hanno votato in massa al ballottaggio il candidato del M5S, a Messina l'esponente del movimento "No ponte".
Integro quindi quanto detto due settimane fa (il centro-sinistra ha vinto solo perché ha uno zoccolo duro più rilevante, e quindi in caso di forte astensione vince sempre) con la considerazione che l'elettore, se non deve forzatamente scegliere tra PD e PDL, oggi prende volentieri altre strade, ma non ancora abbastanza da rendere queste ultime vincenti, e infatti le politiche hanno dato un risultato da paralisi politica. Per questo il centro-sinistra, che due settimane fa esultava, lo faceva in maniera esagerata: chi fa una proposta politica che non riesce a raccogliere i consensi che non era riuscita ad ottenere in precedenza ma si limita a perdere di meno rispetto alla destra ha ben poco di cui essere contento.
Il fatto è che, diversamente dal passato, gli basterebbe relativamente poco per tornare a mobilitare un sacco di delusi (tra cui il sottoscritto) ed elettori nuovi: candidati nuovi con una proposta nuova (non quindi il Renzi che scimmiotta Blair), in discontinuità con un passato non sempre, purtroppo impeccabile ed onorevole. Ci sono riusciti dei volontari penta-stellati inesperti con una proposta politica e dei modi non sempre impeccabili, perché non può farcela un partito con una struttura che vanta una storia lunga e militanti che ne hanno viste tante?
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