domenica 13 gennaio 2013

Travaglio

Io sono super partes ed anche snob, quindi invece di guardare l'Essere Immondo che aborro ho preferito seguire con Spessotto un film muto da Smarmello. Solo Steve e Maria hanno assistito allo triste spettacolo.

Dai resoconti mi si dice che il PdM ha vinto. Boh. A me onestamente poco frega, dato che ero già sicuro che si giocava il suo gioco. La TV è il suo posto, l'ha inventata lui, ci sa giocare, ci sguazza come un porco nella merda, quindi lui non poteva che guadagnare da questa comparsata.

Quello che mi ha colpito è la letterina a Travaglio che, oggettivamente, è stata una genialata, un colpo di classe per impressionare i suoi elettori. 

Il messaggio è stato: Travaglio è un calunniatore, un bugiardo, un pezzo di merda (PdM). Io ho sempre ammirato Tavaglio, dai tempi dell'intervista con Luttazzi. Devo dire che per me era l'espressione del giornalismo, perché riportava i fatti. Secondo me mancavano i fatti nel giornalismo italiano.

Mi preme ricordare che il giornalismo in Italia è ininfluente, è solo un gioco per intellettuali - quelli che sanno leggere - dato che sembra che l'80% si informa solo tramite TV.

Quindi la discussione che voglio fare è molto di nicchia: ormai l'Essere Immondo ha già vinto il dibattito. Il fatto che mi disturbava è l'accusa di diffamatore a Travaglio. Secondo me lui non è un grande giornalista in stile Montanelli o Biagi, ma comunque lo rispetto per la sua memoria storica, una delle cose che più mancano oggigiorno. Mi ha sorpreso che egli fosse un diffamatore professionista, quindi mi sono informato meglio. Anche perché lo Steve stasera  era critico sul tema.

Ma prima come intermezzo sentiamo Top Montagne registrati da me medesimo qualche anno fa:




Leggiamo quindi le sentenze - pezzo copiato da Wiki:

Sentenze di condanna in sede civile

  • Nel 2000 è stato condannato in sede civile,[77][78] dopo essere stato citato in giudizio da Cesare Previti a causa di un articolo su L'Indipendente, al risarcimento del danno quantificato in 79 milioni di lire.[79][80]
  • Il 4 giugno 2004 è stato condannato dal Tribunale di Roma in sede civile a un totale di 85.000 euro (più 31.000 euro di spese processuali) per un errore contenuto nel libro «La Repubblica delle banane» scritto assieme a Peter Gomez e pubblicato nel 2001; in esso, a pagina 537, si attribuiva erroneamente all'allora neo-parlamentare di Forza Italia Giuseppe Fallica una condanna per false fatture che aveva invece colpito un omonimo funzionario di Publitalia. L'errore era poi stato trasposto anche su L'Espresso, il Venerdì di Repubblica e La Rinascita della Sinistra, per cui la condanna in solido, oltreché la Editori Riuniti, è stata estesa anche al gruppo Editoriale L'Espresso. Nel 2009, dopo il ricorso in appello, la pena è stata ridotta a 15.000 euro.[81]
  • Il 5 aprile 2005 è stato condannato dal Tribunale di Roma in sede civile, assieme all'allora direttore dell'Unità Furio Colombo, al pagamento di 12.000 euro più 4.000 di spese processuali a Fedele Confalonieri (Mediaset) dopo averne associato il nome ad alcune indagini per ricettazione e riciclaggio, reati per i quali, invece, non era risultato inquisito.[82]
  • Il 20 febbraio 2008 il Tribunale di Torino in sede civile lo ha condannato a risarcire Fedele Confalonieri e Mediaset con 26 000 euro, a causa dell'articolo "Piazzale Loreto? Magari"[83] pubblicato nella rubrica Uliwood Party su l'Unità il 16 luglio 2006.[84]
  • Nel giugno 2008 è stato condannato dal Tribunale di Roma in sede civile, assieme al direttore dell'Unità Antonio Padellaro e a Nuova Iniziativa Editoriale, al pagamento di 12.000 euro più 6.000 di spese processuali per aver descritto la giornalista del TG1 Susanna Petruni come personaggio servile verso il potere e parziale nei suoi resoconti politici: «La pubblicazione», si leggeva nella sentenza, «difetta del requisito della continenza espressiva e pertanto ha contenuto diffamatorio».[82]
  • Il 21 ottobre 2009 è stato condannato in Cassazione (Terza sezione civile, sentenza 22190) al risarcimento di 5.000 euro nei confronti del giudice Filippo Verde che era stato definito «più volte inquisito e condannato» nel libro Il manuale del perfetto inquisito, affermazioni giudicate diffamatorie dalla Corte in quanto riferite «in maniera incompleta e sostanzialmente alterata» visto il «mancato riferimento alla sentenza di prescrizione o, comunque, la mancata puntualizzazione del carattere non definitivo della sentenza di condanna, suscitando nel lettore l'idea che la condanna fosse definitiva (se non addirittura l'idea di una pluralità di condanne)».[85]
  • Il 18 giugno 2010 è stato condannato[86] dal Tribunale di Torino – VII sezione civile – a risarcire 16.000 € al Presidente del Senato Renato Schifani (che aveva chiesto un risarcimento di 1.750.000 €) per diffamazione avendo evocato la metafora del lombrico e della muffa a Che tempo che fa il 10 maggio 2008. Il Tribunale ha invece ritenuto che le richieste di chiarimenti, da parte di Travaglio, circa i rapporti di Schifani con esponenti della mafia siciliana rientrino nel diritto di cronaca, nel diritto di critica e nel diritto di satira.[87]
  • L'11 ottobre 2010 Travaglio è stato condannato in sede civile per diffamazione dal Tribunale di Marsala, per aver dato del figlioccio di un boss all'assessore regionale siciliano David Costa, arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e successivamente assolto in forma definitiva. Travaglio è stato condannato a pagare 15.000€[88].
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Questi sono i fatti. Cosa ne penso? Errori. Secondo me per tutti gli articoli e trasmissioni che ha fatto una cosa del genere ci sta. Se si guarda ha perso contro Verde e Previti che hanno subito condanne ben più gravi, contro Schifani che ha avuto qualche indagine per mafia, Confalonieri per errori. Sulla carta sembra un delinquente, però a me sembra più un danno da iper-attività. Ognuno la pensi come vuole, ma a me sembra sempre più pericoloso socialmente Berlusconi.

1 commento:

  1. Poiché sono stato direttamente nominato e qualcuno potrebbe pensare che il mio essere critico nei confronti di Travaglio da te accennato possa essere uno schierarsi a favore di Berlusconi, devo per forza risponderti.
    Premetto che sono d'accordo con te che Berlusconi rimanga decisamente più pericoloso socialmente di Travaglio.
    I miei dubbi nascevano dal numero di condanne, e le tua argomentazione sul fatto che con tutto il lavoro di Travaglio una tale quantità di errori ci possa stare non è per me del tutto convincente.
    Tutti i giornalisti, in quanto esseri umani, possono fare degli errori, ma non per forza un loro sbaglio porta a una condanna per diffamazione.
    La legge prevede infatti l'istituto della rettifica: il soggetto che si ritenga danneggiato o offeso da un articolo di giornale può chiedere che le notizie secondo lui erronee vengano dichiarate tali con un testo da pubblicare sul giornale, detto appunto "rettifica".
    Tale "correzione", cito da http://www.personaedanno.it/enciclopedia/diffamazione,
    "[...] dovendo assumere la forma di una dichiarazione idonea a ristabilire la verità dei fatti - deve essere pubblicata con il medesimo rilievo e con la stessa forza della notizia da rettificare, così da avere una attitudine informativa equivalente a questa ed essere in grado di smentirla categoricamente." La rettifica, in sostanza, per far decadere ogni eventuale causa per diffamazione deve soddisfare colui che si ritiene danneggiato ed essere pubblicata con la stessa visibilità e nel medesimo contesto dell'articolo originale.
    Tre sono le possibilità allora:
    1) Il giornale decide di non pubblicare la rettifica, in quanto ritiene la sua versione dei fatti corretta.
    2) Il giornale pubblica una rettifica, ma non soddisfa il sedicente diffamato per contenuto o visibilità.
    3) La rettifica fa felice il diffamato.
    Nei primi due casi si può giungere a una causa. Se ciò avviene, è perché il giornale che ha pubblicato la notizia la ritiene più veritiera della versione dell'altra parte, quindi ha avuto modo di valutare un suo eventuale errore e non lo ha ritenuto tale.
    Quindi, Travaglio in tutti i casi da te menzionati ha avuto la possibilità di rivalutare i suoi errori e non li ha ritenuti tali: 10 errori iterati più volte diventano secondo me non un fattore umano, ma una scelta consapevole.
    Bada bene che una volta ero grande fan di Travaglio, ho persino un libro da lui autografato nella mia cameretta zurighese, ma col tempo ha assunto secondo me sempre più un comportamento da profeta, piuttosto che da giornalista.

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