Ascoltavo ieri sera un cantante, uno dei tanti, che cantava del giorno del giudizio e mi sono chiesto perchè un sacco di cantautori americani famosi, hanno conversioni religiose e cambiano un sacco di volte idea e quelli italiani, no?
Per esempio è successo a Bob Dylan, nato da famiglia ebrea, ateo, convertito al cristianesimo alla fine degli anni 70, è successo a Cat Stevens (ok si sa). Si è convertito perfino a quel "Dio ci liberi" di Johnny Cash, che da giovane amava fare lo scapestrato che invoca l' amore salvifico nella sua "I walk the line", (che poi è esattamente la stesso concetto espresso da J Ax in "Oh Mamma mi ci vuol la fidanzata", grazie al cielo noi italiani l' inglese lo sappiamo davvero poco), e che da vecchio si mette a cantare "The man that comes around", una bella ballata sul giorno del giudizio, che però sembra scritta da "Snack e Gnola" , con tanto di Signore che scende a giudicare gli uomini circondato da vergini che agitano gli accendini (un immagine evidentemente ispirata ai migliori anni del festivalbar).
Perfino Bruce Springsteen, uno che ti puoi facilmente immaginare alle riunione del circolo dei DS (si Steve, lo so, non esistono più da tempo, ma rende l' idea), è rimasto folgorato sulla via di Damasco.
Invece se si pensa ai cantautori nostrani, sono abbastanza granitici nelle loro idee, e immutabili, come il loro paese.
Guccini continua a cantare di giovani amanti rifiutati, con un tono francamente un po' stucchevole da teenager. De Gregori continua a copiare versi da Bob Dylan (beh a onor del vero in "Buonanotte fiorellino" copiò la melodia, mentre nella nuova "Guarda che non sono io" riprende "Ain't it me babe"). Fossati, invece, fedele alla linea, continua a credere nella politica dai tempi della " La canzone popolare" fino a "Cara democrazia".
L' unico cantautore italiano che sembra riuscire a sfuggire al giudizio Rochelliano del "Sei molto italiano" è il buon Giovanni Lindo Ferretti, che è riuscito a passare dai CCCP ai meeting di Comunione e Liberazione, passando per Berlusconi.
Jovanotti invece abbraccia da sempre tutto e tutti, just in case...
La risposta alla domanda iniziale, non la so... forse di nuovo è nel kitsch (vd post precedente) e nell' approccio europeo all' essere progressisti come a una filosofia di vita (si può dire religione?) piuttosto che a quello americano, dove tale tradizione è forse meno forte, e meno ideologizzata.
Per esempio è successo a Bob Dylan, nato da famiglia ebrea, ateo, convertito al cristianesimo alla fine degli anni 70, è successo a Cat Stevens (ok si sa). Si è convertito perfino a quel "Dio ci liberi" di Johnny Cash, che da giovane amava fare lo scapestrato che invoca l' amore salvifico nella sua "I walk the line", (che poi è esattamente la stesso concetto espresso da J Ax in "Oh Mamma mi ci vuol la fidanzata", grazie al cielo noi italiani l' inglese lo sappiamo davvero poco), e che da vecchio si mette a cantare "The man that comes around", una bella ballata sul giorno del giudizio, che però sembra scritta da "Snack e Gnola" , con tanto di Signore che scende a giudicare gli uomini circondato da vergini che agitano gli accendini (un immagine evidentemente ispirata ai migliori anni del festivalbar).
Perfino Bruce Springsteen, uno che ti puoi facilmente immaginare alle riunione del circolo dei DS (si Steve, lo so, non esistono più da tempo, ma rende l' idea), è rimasto folgorato sulla via di Damasco.
Invece se si pensa ai cantautori nostrani, sono abbastanza granitici nelle loro idee, e immutabili, come il loro paese.
Guccini continua a cantare di giovani amanti rifiutati, con un tono francamente un po' stucchevole da teenager. De Gregori continua a copiare versi da Bob Dylan (beh a onor del vero in "Buonanotte fiorellino" copiò la melodia, mentre nella nuova "Guarda che non sono io" riprende "Ain't it me babe"). Fossati, invece, fedele alla linea, continua a credere nella politica dai tempi della " La canzone popolare" fino a "Cara democrazia".
L' unico cantautore italiano che sembra riuscire a sfuggire al giudizio Rochelliano del "Sei molto italiano" è il buon Giovanni Lindo Ferretti, che è riuscito a passare dai CCCP ai meeting di Comunione e Liberazione, passando per Berlusconi.
Jovanotti invece abbraccia da sempre tutto e tutti, just in case...
La risposta alla domanda iniziale, non la so... forse di nuovo è nel kitsch (vd post precedente) e nell' approccio europeo all' essere progressisti come a una filosofia di vita (si può dire religione?) piuttosto che a quello americano, dove tale tradizione è forse meno forte, e meno ideologizzata.
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