martedì 23 aprile 2013

Le regionali del Friuli Venezia Giulia

La passata settimana politica è stata una vera e propria sequela di colpi di scena degni della migliore telenovela di second'ordine. Ho l'intenzione di analizzarla in un post successivo, ma per farlo vorrei aspettare di essere più calmo su questo argomento, per poter ragionare a mente fredda.
In questo post ho invece intenzione di parlare dei risultati delle elezioni del 21 e del 22 aprile nella mia regione, il Friuli Venezia Giulia: il fatto che io sia stato a lavorare in seggio me ne fornisce una facile occasione, per non menzionare che due dei cinque autori di questo blog vengono da questa regione speciale di nome e di fatto.
Il suicidio politico inscenato dal PD negli ultimi giorni sembrava togliere le speranze a Debora Serracchiani, candidata del centrosinistra in una regione tradizionalmente di destra, e favorire enormemente la riconferma del presidente uscente Renzo Tondo. Qualche possibilità veniva data al candidato del M5S Saverio Galluccio, forte del momento favorevole che il suo partito sta vivendo in queste settimane, ma nessuna speranza era riservata alla Serracchiani.
Una volta ultimato lo spoglio, però, la candidata del centrosinistra è uscita vincitrice, seppure per soli duemila voti (lo 0.39%), sul presidente uscente. Confronti con le scorse elezioni regionali sono difficili da compiere, poiché in esse non c'era un terzo candidato forte come quello del M5S, che nella mia regione riporta il 19% delle preferenze.
Nonostante ciò, qui di seguito fornirò la mia analisi su chi sono i vincitori e i vinti di questa competizione elettorale, dalla quale si possono comunque trarre alcuni messaggi, specialmente per il centrosinistra, in chiave nazionale.

VINCITORI
L'astensione
Le cifre parlano chiaro: se nel 2008 erano andati a votare 790,000 elettori, quest'anno lo hanno fatto solo 550,000: un crollo di 240,000 votanti, pari al 23% (quasi un quarto) in termini percentuali. Anche se parte di questa differenza si può spiegare con la concomitanza nel 2008 delle elezioni nazionali (per le quali storicamente il tasso d'affluenza è sempre più alto rispetto a qualunque altra votazione), resta comunque il fatto che 240,000 elettori sono più di quelli che hanno votato Debora Serracchiani. Per di più, nei due turni precedenti (1998 e 2003), in cui non si votava anche per le elezioni legislative, l'affluenza è stata del 63% degli elettori: le votazioni di quest'anno sono state quelle che hanno registrato la minore affluenza per le regionali negli ultimi vent'anni. Per una regione dove si è sempre votato molto questo dato è allarmante, ed è un dato concorde con tutte le competizioni elettorali degli ultimi anni.
Debora Serracchiani
Le elezioni non le ha vinte il centrosinistra, ma lei, il candidato presidente della regione. Questo lo dicono i numeri: le liste del centrodestra hanno raccolto nel complesso 25,000 voti in più di quelle del centrosinistra (181,000 a 156,000), distacco completamente colmato dalla Serracchiani, che ha raccolto 55,000 preferenze autonome, ossia espresse solo per lei e non per una lista collegata, contro le 28,000 di Tondo. In termini relativi la cifra è ancora più impressionante: la candidata del centrosinistra ha raccolto un quarto dei voti con le sue sole energie, mentre per quello del centrodestra la quota è del 13%. Premetto che la mia simpatia per Debora Serracchiani non è elevata: ritengo deficitaria la sua gestione del PD (è segretaria regionale) in Friuli Venezia Giulia, ed è stata catapultata dal consiglio comunale di Udine direttamente alle europee avendo come unico merito un discorso (per altro non chissà che originale) fatto in un'assemblea nazionale dei circoli PD svoltasi subito dopo le dimissioni di Veltroni.

Lei però ci ha messo la faccia e ha vinto la scommessa. Si badi bene: ho sentito su La7 che nella mia regione ha vinto un'outsider. Non c'è niente di più falso, tant'è che la Serracchiani non è estranea al partito, ma ne è un 'importante esponente, in quanto, come già detto, segretaria regionale. In ogni caso, la sua vittoria mostra che il PD per uscire dalla sua crisi, può fare affidamento su una schiera di militanti e di amministratori su cui scommettere.
Due soli nei in questa vittoria: nel 2008 Illy, candidato del centrosinistra, prese 140,000 voti in più, ma a quel tempo non c'era il M5S ed effettivamente lo sguardo nei confronti della politica era del tutto diverso; la Serracchiani è inoltre renziana, ma si sa, nessuno è perfetto...

SCONFITTI
Il centrodestra e Renzo Tondo
Nessuno si sarebbe aspettato un tale tracollo per il centrodestra e per Renzo Tondo: quest'ultimo in cinque anni ha lasciato per strada rispetto al 2008, quando si era candidato per la prima volta, 200,000 voti. Il suo consenso si è praticamente dimezzato, e questo dato in sé basta a quantificare il grande fallimento del centrodestra in questi cinque anni in regione. Dato per grande favorito nei sondaggi, è risultato il grande sconfitto: d'altronde, la scarsità della sua azione nel momento in cui si parlava di federalismo fiscale (con conseguente quasi perdita della peculiarità fiscale data dallo statuto speciale) è solo il caso più clamoroso, ma in generale egli paga una gestione piuttosto anonima e priva di grandi idee.

DELUSI
Il M5S
Alcuni sondaggi lo davano per possibile vincitore, con più chances rispetto a quelle di Debora Serracchiani. Il M5S ha riportato con il suo candidato il 19% dei voti, ma se si vanno a vedere le preferenze assegnate alle singole liste la quota del M5S scende al 13%. La differenza è significativa: 48,000 preferenze sono state date esclusivamente a Saverio Galluccio. Per un confronto con i dati delle scorse elezioni politiche (in cui il M5S ha raccolto il 27.22%) è fondamentale stabilire quale dei due dati scegliere: se si considera quello più alto, la differenza è dell'8%, altrimenti del 14%. Alle scorse elezioni politiche si era votato anche per tre presidenti di regione: in Lombardia, in Lazio e in Molise. In tutte queste regioni la differenza tra il voto riportato dal candidato M5S e il risultato del partito alle elezioni nazionali ha oscillato tra il 5% e il 10%, e questo divario si è mantenuto intatto anche per il Friuli. Ciò vuol dire che il M5S non solo conferma la sua minore capacità di imporsi sul territorio anche per la sua struttura liquida, basata sulla rete e sul megafono Grillo, ma anche che non cresce, tenendo conto di quest'ultimo fenomeno, rispetto a due mesi fa, contrariamente a quanto detto da molti sondaggi che lo danno in netta crescita (oggi il TG di La7 lo dava al 29%, primo partito d'Italia e davanti alla coalizione di centrosinistra): insomma, almeno qui in regione il M5S ha temporaneamente fermato la sua avanzata.

Nota locale
Nel mio comune, Varmo, il centrosinistra è andato male, come sempre. Non solo la Serracchiani ha ottenuto percentuali inferiori rispetto alla media regionale, ma anche nei confronti di quella della circoscrizione di riferimento. Inoltre, il PD rispetto alle scorse elezioni regionali ha perso 165 voti, quasi metà delle preferenze (373) ottenute nella stessa competizione del 2008, anche se va ricordato che da noi il crollo dell'affluenza è stato significativo (dal 69% al 49%) e allora il M5S non c'era. Questo dato, insieme al fatto che alle ultime politiche praticamente nessuno sotto i trent'anni nel mio comune ha votato PD (come si può evincere nella differenza tra i risultati per il Senato e per la Camera), mi preoccupa, soprattutto se penso che il segretario del circolo del mio comune, tale Federico Pittoni, ha 25 anni: se non riesce a convincere i suoi amici coetanei, come pensa di persuadere gli altri? Per di più, quando è venuto a casa mia per fare campagna elettorale per un candidato di sua fiducia, non ha saputo darmi altre motivazioni se non "Io lo conosco e lo stimo" e "Vuole accorpare i comuni" (cosa non scritta nel suo volantino), e io gli ho rotto le scatole per un'ora alla ricerca di una risposta convincente... Dirigenza PD locale, che aspetti a trarre le conclusioni sulla pochezza di un segretario che sul giornale dice che "Il consiglio comunale perde tempo a discutere del piano regolatore"?

giovedì 18 aprile 2013

la politica

Non parlerò di politica come la si intende normalmente, non dirò nulla su questo o su quel candidato o su Grillo che mi ha un po' stufato; ma parlerò di politica, quella che decide il destino delle persone.

Per un motivo o per un altro mi ritrovo ad avere su facebook una ragazza americana incontrata anni fa. Questa ragazza è una di quelle credenti americane (come nei film sapete? Come in 7 heaven se qualcuno l'ha visto), una di quelli che pensa che anche quando ti scappa la pipì lo decide Dio.
Questo l'ho capito perchè mi appaiono i suoi post in bacheca e non perchè la conosco bene, ci tengo a precisarlo dato che di solito nelle amicizie almeno una primaria cernita la faccio!

Non mi dilungo oltre e vi copio e incollo il post (in inglese):

Every Friday I review our finances, pay bills, work on budgeting, etc. Well, when I did that this past Friday I found that we were going to be short $300!!! I knew better than to worry. The Lord always comes through for us. I didn't know how it was going to work out this time, because I was anticipating Brian having another not so great check since we added both kids to our insurance this year. Well, low and behold I get an email this morning that our federal taxes might be deposited to our account. I login to our bank acount and sure enough - there it is! The Lord ALWAYS provides!!! I am done with worrying. We may not ever have a surplus of money, but He ALWAYS takes care of our needs. Don't doubt, people of God. Just believe. God is a Father who loves to take care of His children. The journey of faith is fun if we can just learn to trust! Thank you, Lord, for Your Faithfulness

Prima di tutto: IN QUEL CAZZO DI PAESE LA VOLETE FARE O NO UNA RIFORMA SANITARIA CHE DIA LA POSSIBILITà A TUTTI DI CURARSI (perchè questa vota i conservatori, mi ci gioco gli zibidei che non ho)
Secondo: fino a che esisteranno persone (vi assicuro che non sono poche) che pensano che Dio (ma potrebbe essere Allah, come qualunque altra forza misteriosa che ci parla ma noi non sentiamo) responsabile delle loro tasse invece che la loro santa manina che mette la croce su un candidato oppure sull'altro, questo mondo andrà poco lontano.

mercoledì 17 aprile 2013

Marini No (tutuuutututu, stile Muppets)

Uso il blog per un urlo di dolore rivolto al partito e al segretario che ho votato e per i quali mi sono speso sia durante le primarie sia in campagna elettorale.

Se dovevamo giungere all'inciucio, perché abbiamo aspettato fino ad ora? Perché parlare per cinquanta giorni di cambiamento e no all'inciucio e poi arrivarci? Perché prendere in giro quelli come me che per fare propaganda per te, PD, in campagna elettorale, e per te, Bersani, per tutte le primarie, cosa per la quale abbiamo ricevuto insulti, siamo stati derisi, abbiamo perso un sacco di tempo in discussioni, argomentazioni e ricerche anche tra atti parlamentari per convincere le persone a votarvi, guadagnandoci in cambio solo tanta bile?
Ma soprattutto, perché questa scelta che è anche un suicidio politico per le elezioni che saranno comunque imminenti (o pensate davvero di poter governare con il PDL per cinque anni?)?
Tale condotta non è logica né politicamente né elettoralmente: ascoltate l'urlo di dolore di quelli come me che questo partito lo amano e si sentono feriti a morte! A te PD e a te Bersani ho dedicato tanto tempo, tanta passione, tante energie, anche se non sempre hai coccolato i tuoi elettori, e quindi me: non darci quest'ultima pugnalata, non potremmo più probabilmente guardare a te con gli stessi occhi, né riuscire a fidarci più di voi.

Se condividete questo appello, vi prego, mostratelo tramite i Social Network, mail, qualunque cosa: se Marini fosse veramente eletto, potrebbe probabilmente essere il mio ultimo atto per il PD.

domenica 14 aprile 2013

Della morte di Margareth Thatcher


Quando è giunta la notizia della morte di Margaret Thatcher ho avuto l'immediato istinto di scrivere un post su questo blog, per ribellarmi alle sperticate lodi nei confronti di un politico la cui azione neo-liberista e le idee di rimozione delle regole in economia hanno condotto al disastro finanziario di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze.
Probabilmente lo farò, ma mi sono reso conto, parlando con alcuni amici, di quanto sia difficile riuscire a far passare questo concetto, che effettivamente richiede un'estesa e complessa analisi politica. 
Oggi però Blob, il noto programma di Rai 3, ha dedicato una puntata proprio sulla morte dell'unico presidente del consiglio donna che il Regno Unito abbia mai avuto (a mostrare che il maschilismo non è purtroppo diffuso solo nella politica italiana). Notare le parole della "Lady di ferro" al minuto 3:00: "Lo spirito imprenditoriale era stato represso per anni: dal socialismo, da tasse troppo gravose, normative troppo rigide e una spesa pubblica troppo alta. La filosofia era nazionalizzazione, centralizzazione, controllo. Tutto questo doveva finire!". Faccio davvero fatica ad immaginarmi la Gran Bretagna come un regno di comunisti, ma forse sono influenzato dall'immagine deindustrializzata dell'odierno Regno Unito.



Perché cito questa puntata? Perché al minuto 3:20 è stato mostrato l'estratto di una canzone del 1985, Between the Wars, dedicata proprio alle lotte sindacali del 1985 contro la decisione della Thatcher di chiudere varie miniere e portare alla perdita di 20000 posti di lavoro. Tra l'altro, è anche una canzone per la pace, ma la metto qui perché critica i politici di allora generalmente contrari alle lotte dei minatori e ai loro scioperi.


Non so perché ma l'estratto mi ha colpito, e quando sono andato a cercare il testo, ho capito come poter spiegare l'abbandono che politiche non attente al lavoro e ai lavoratori causano nei confronti di questi ultimi.
Vi fornisco il testo originale, con traduzione di seguito per i non anglofoni.


I was a miner             
In times of austerity 
I looked to the government to help the working man 
Not for the iron fist but for the helping hand 
Bring me the draughtsmen 


I was a docker I was a railway man 
Between the wars 

With sweat at the foundry 
Between the wars 

And they brought prosperity down at the armoury 
"We're arming for peace me boys" 
Between the wars 

For theirs is a land with a wall around it 
And mine is a faith in my fellow man 
Theirs is a land of hope and glory 
Mine is the green field and the factory floor 
Theirs are the skies all dark with bombers 
And mine is the peace we knew 
Between the wars 

Build me a path from cradle to grave 
And I'll give my consent 
To any government 
That does not deny a man a living wage 
Go find the young men never to fight again 
Bring up the banners from the days gone by 
Sweet moderation 
Heart of this nation 
Desert us not, we are 
Between the wars 

Traduzione
Sono stato un minatore,
un lavoratore portuale,
un ferroviere,
tra le due guerre.
Ho cresciuto una famiglia
in tempi di austerità
col sudore del lavoro alla fonderia,
tra le due guerre.

Sono sempre stato iscritto al sindacato, e quando le cose si sono fatte più dure
mi sono rivolto al governo per aiutare i lavoratori
e hanno portato la prosperità all'armeria:
"Ci stiamo armando per la pace, ragazzi", 
tra le due guerre.

Ho mantenuto la fiducia e ho sempre votato
non per il pugno di ferro ma per chi usava le mani per portare aiuto.
Poiché la loro idea di paese è con un muro intorno,
la mia invece con la fiducia nel prossimo; 
il loro è un paese fatto di speranza e gloria
il mio di campagne verdi e fabbriche;
i loro cieli sono oscurati da bombardieri
i miei sono della pace che abbiamo conosciuto
tra le due guerre.

Chiamate i mastri artigiani,
portatemi i progettisti,
tracciatemi un sentiero dalla nascita alla morte,
e darò il mio consenso 
a quel governo
che mai negherà a un uomo un salario per vivere.

Non portate mai più i giovani in guerra,
issate le bandiere dei bei giorni andati.
Dolce moderazione
cuore di questa nazione.
Non abbandonateci, siamo ancora
tra le due guerre.

P.S.: perché quando sento cantare gli inglesi penso sempre allo stadio e alle pinte di birra? Scusate l'osservazione, ma mentre sentivo la canzone pensavo veramente a questo...

lunedì 1 aprile 2013

10 piccoli saggi

Ho approfittato della giornata Pasquale, in cui anche la politica si ferma per un attimo dai suoi fremiti, per cercare di riassumere l'attuale situazione, al di là delle semplici (per quanto veritiere) considerazioni riguardo lo stallo istituzionale.
La cronaca prima di tutto. Come soluzione (temporanea) all'impossibilità di formare un governo, Napolitano ha deciso di comporre due commissioni che avranno il compito di stilare delle proposte in tema economico e di riforme istituzionali che dovrebbero, nell'intenzione del Presidente della Repubblica, costituire il programma di un futuro governo: poiché queste due commissioni sono composte in tutto da 10 membri, questi sono stati definiti 10 saggi (qui le loro foto e una breve biografia). Questa è stata definita "soluzione olandese", poiché in Olanda 3 anni fa le elezioni diedero luogo ad una frammentazione politica addirittura peggiore di quella italiana. Anche in quel frangente fu istituita una commissione, che lavorò per 55 giorni e consegnò poi il suo programma ad un governo di unità nazionale che vedeva l'accordo tra democristiani e laburisti con l'appoggio esterno degli xenofobi di Geet Wilders. Alle successive elezioni i primi due riportarono un successo consistente. Tuttavia questa soluzione secondo me rappresenta in pieno l'impotenza del Parlamento di questo periodo, e in un certo senso ne sancisce il commissariamento.
Nel merito delle biografie dei membri, si possono identificare parecchi punti critici. I più evidenti sono l'età dei 10 saggi (a parte il Leghista Giorgetti, di 47 anni, sono tutti over 50) e il fatto che siano tutti uomini: possibile che non fosse possibile trovare almeno una donna con un curriculum ed una reputazione tali da renderla degna di far parte di tale consesso? Andando poi a spulciare i nomi, la prima cosa che salta all'occhio è che tra questi 10 prescelti non vi sia neanche uno che sia anche indirettamente riconducibile al M5S: vi sono due del PD (Violante e Bubbico), due Montiani (Moavero e Mauro), un PDLino (Quagliarello), un Leghista (Giorgetti) e un illustre costituzionalista (Onida) candidato alle primarie del centro-sinistra del 2011 per la scelta del sindaco di Milano (quelle che diedero l'avvio alla trionfale marcia di Pisapia); gli altri tre sono alti funzionari di stato, come Giovannini, presidente ISTAT, Pitruzzela, presidente Antitrust, e Rossi, vice-direttore della Banca d'Italia. Pensando al risultato delle ultime elezioni, due Montiani appaiono veramente troppi. Le malelingue potranno già pensare che la presenza di Violante nella commissione sulle riforme istituzionali sia una garanzia per Berlusconi, ricordando il famoso video su un patto per evitare una legge severa sul conflitto d'interessi.


D'altra partela presenza di Mauro, uscito dal PDL proprio in dissenso con la candidatura di Berlusconi, e di Quagliarello, non certo uno dei più accaniti sostenitori del suo capo-partito, potrebbe portare a conclusioni opposte.
Certo a me, da mezzo lucano, dispiace vedere la presenza di Bubbico, ex-sindaco di Montescaglioso (MT) ed ex-presidente della regione Basilicata coinvolto nell'inchiesta Toghe Lucane, che ebbe inizio da due morti ancora avvolte nel mistero e che portò alla luce numerose omissioni e commistioni tra politica e magistratura lucane. Anche per essa De Magistris venne trasferito, essendogli stata addebitata una gestione inopportuna delle indagini. Toghe lucane ora è stata riaperta, e spero che a riguardo, come si augura Libera, si riesca a scoprire la verità. Per chi volesse approfondire la questione, consiglio il capitolo ad essa dedicato del libro Roba Nostra di Carlo Vulpio.
Tornando all'attualità, si può cercare di capire chi ha vinto e chi ha perso alla luce degli attuali sviluppi politici? Mi concentrerò sui 4 principali attori: Giorgio Napolitano, il PD, il PDL e il M5S.

Giorgio Napolitano - Il Vincitore
Di sicuro è lui, avendo ancora in mano il boccino del gioco, il vero vincitore. Le pressioni su di lui affinché si dimettesse anticipatamente avevano raggiunto altissimi livelli. Il ragionamento era: poiché Napolitano non può sciogliere le Camere, che si faccia da parte in modo che si possa trovare subito un nuovo Presidente che abbia nuovamente questa potente arma. Probabile fautore delle larghe intese (ipotesi confermata anche dai nomi scelti per i 10 saggi), con questa mossa guadagna tempo, evitando per ora le elezioni anticipate e, come vedremo in seguito, suscitando forte nervosismo in Berlusconi, involontario ostacolo delle larghe intese. Gli unici dubbi sono: ma se non si riesce a trovare una maggioranza, a quale governo queste due commissioni dovranno presentare i loro documenti? Nel frattempo, rassicura i mercati affermando che un governo l'Italia ce l'ha tutt'ora ed è nel pieno dei poteri, non essendo stato sfiduciato (vedremo però martedì quanto questa affermazione tranquillizzerà le borse).
Partito Democratico - Un pareggio senza infamia né lode



Pur senza una dichiarazione ufficiale a riguardo, Bersani ha visto sfumare il suo improbabile tentativo di formare un governo con il M5S. È probabile che l'ala del partito a favore delle larghe intese abbia visto con favore questa soluzione, che potrebbe porre le basi per un dialogo con il PDL, anche se le dichiarazioni di Franceschini a "In 1/2 ora" da Lucia Annunziata sembrano dire il contrario: quello che è probabile è che il PD avrebbe voluto sfruttare maggiormente i numeri a lui favorevoli in Parlamento, specie nella Camera dei Deputati, mentre dei 10 saggi solo 2 sono chiaramente ad esso riconducibili. Eppure questa mossa, come vedremo nel paragrafo dedicato al PDL, gli rende più facile la corsa da qui all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica. In ogni caso, Bersani potrebbe ancora reclamare qualche importanza nel futuro governo (il pre-incarico non gli è ancora stato tolto), tanto più che le due commissioni ricalcano molto il doppio binario economia-riforme istituzionali da lui proposto, e comunque il PD vede per il momento ancora rinviato il tanto avversato governissimo.

Popolo della Libertà - Sconfitto con riserva
Le critiche più dure alla decisione di Napolitano vengono da Berlusconi. Quest'ultimo infatti, capendo che la legislatura non durerà a lungo, si è disinteressato alle partite per le presidenze delle Camere e per la presidenza del consiglio per concentrarsi sulla corsa al Quirinale. Il Presidente della Repubblica infatti è sicuro di durare sette anni, e di avere pertanto un'importante influenza sui futuri sviluppi politici. Come rivela un articolo dell'Huffington Post Italia, Berlusconi teme la mossa di Napolitano serva a rimandare la partita del governo, togliendogli l'unica arma di ricatto per poter ottenere qualcosa (un nome a lui gradito) al Quirinale. Egli teme che, una volta messa in freezer la partita per Palazzo Chigi, le sue offerte di collaborazione al governo in cambio di un accordo per il Presidente della Repubblica perdano di valore, spostando la partita dal Parlamento (dove al Senato Berlusconi può scompigliare le carte) ai 10 saggi, dove PDL e Lega possono contare solo su due rappresentanti su dieci.

Movimento 5 Stelle - Un imprevista battuta d'arresto
Pur con alcune piccole incertezze (Crimi che si smentisce su eventuali sostegni a governi tecnici o politici) il M5S fin qui è stato protagonista delle consultazioni, avendo, se non altro indirettamente, favorito le elezioni di Boldrini e Grasso ed effettivamente fatto fare una brutta figura a Bersani (che pur ci ha messo tutto l'impegno) nei suoi tentativi di formare un governo con loro. Eppure, Grillo ha attaccato fortemente la scelta di Napolitano sui 10 saggi, in maniera apparentemente inspiegabile. Napolitano infatti, affermando che un governo in carica c'è già, ha in un certo senso confermato la tesidel M5S che non serve dare la fiducia ad un nuovo governo e che il Parlamento può quindi andare avanti con la sua attività legislativa. Da dove trae origine quindi l'ira di Grillo? Da un lato, non ci sono rappresentanti del M5S tra i 10 saggi. Questa però sarebbe un'interpretazione superficiale: in una risposta ad un commento ad un mio post avevo scritto che il M5S, se avesse rilanciato seriamente ad una trattativa col PD, avrebbe potuto ottenere subito la realizzazione di qualche sua proposta, mettendo in un angolo il PDL e quelli nel PD che guardavano con diffidenza alla strategia di Bersani per un accordo con il M5S. Parole di un PD-ino un po' di parte? Non proprio: in un suo articolo odierno Marco Travaglio (auto-proclamatosi elettore di Grillo al Senato) rimprovera al M5S di non essersi presentato da Napolitano con dei nomi per la Presidenza del Consiglio, scegliendo tra personalità tali che un rifiuto del PD avrebbe gettato discredito su quest'ultimo. Questo in fondo poteva essere un rilancio come quello da me suggerito, che invece il M5S non ha voluto fare, con l'effetto, citando Travaglio, di portare a "un inciucissimo con B. [Berlusconi, N.d.A.] più o meno mascherato. Che magari era nella testa di Napolitano e dei partiti fin dal primo giorno. Ma che ora ricadrà sulla testa dei 5 Stelle". Il giornalista, poi, conclude con un giudizio sintetico che vale più di mille mie parole: "Bel risultato, complimenti a tutti".