giovedì 15 maggio 2014

Gli antichi greci la sapevano lunga... - Internet, social media e informazione

Lo so, questo blog è pieno di articoli che promettevano l'inizio di una serie a tema (film, libri, ecc.), ma i creativi sono così: iniziano una cosa e poi esplorano altre strade.
Oggi inauguro quindi una nuova trafila di post dedicati a quanto (almeno a mio parere) nella filosofia, nella mitologia e insomma in tutto ciò che è prodotto culturale dell'antica Grecia si possono trovare degli spunti di riflessione validi ancora oggi.
Lo ammetto: io sono malato per l'antica Grecia. Andai in estasi quando nella gita scolastica in quinta superiore visitai l'Acropoli di Atene, salvo poi essere bruscamente risvegliato dalla metropolitana che passava per la vicina fermata. Quanto vicina? Guardate la mappa e capirete perché stava per venirmi un colpo apoplettico. 


Solo per non far fare una brutta figura alla mia amica Eleonora, che mi ha recentemente accompagnato a vedere il British Museum, non ho fatto scene simili di fronte ai fregi del Partenone che gli inglesi hanno rub... ehm, recuperato quasi tre secoli fa.
Comunque, oggi voglio parlare di tecnologia, in particolare dell'informazione ai tempi di internet e dei social media. Qualcuno si chiederà come possa la cultura della Grecia antica aver partorito qualcosa di significativo su questo tema. Ovviamente Socrate ai suoi tempi non usava Twitter, anche se cercando in rete ho scoperto che esiste un profilo a suo nome.



Se però il tema è l'informazione ai tempi del web 2.0, allora si trova uno spunto interessante nel dialogo di Platone intitolato FedroQuesto è uno dei più bei testi scritti del grande filosofo, e dice molto della cultura greca. Basta pensare all'inizio del dialogo, che recita

SOCRATE: Caro Fedro dove vai e da dove vieni?
FEDRO: Vengo da Lisia, figlio di Cefalo, Socrate, e sto andando a fare una passeggiata fuori dalle mura, visto che là ho trascorso parecchio tempo, seduto fin dal primo mattino. Dando retta al nostro comune amico Acumeno, faccio delle passeggiate per le vie: dice infatti che sono più rinfrancanti di quelle sotto i portici.


da cui si capisce che il cittadino ateniese mediamente non faceva un tubo tutto il giorno: la democrazia diretta funzionava perché per ogni membro attivo c'erano almeno nove individui tra schiavi e meteci che lavoravano anche per lo sfaccendato.
Ma lo spunto su web e informazione viene più avanti, quando si racconta il Mito di Theuth. In esso si narra che l'ingegnosa divinità Theuth si presentò un giorno dal faraone Thamus per illustrargli le sue invenzioni. Quando arrivò alla scrittura, egli la presentò dicendo

Questa conoscenza, o re, renderà gli egiziani più sapienti e più capaci di ricordare, perché con essa si è ritrovato il farmaco della memoria e della sapienza

Il faraone non fu d'accordo con Theuth, e infatti gli rispose

la scoperta della scrittura avrà per effetto di [procurare] ai tuoi discepoli l'apparenza e non la verità: infatti essi, divenendo per mezzo tuo uditori di molte cose senza insegnamento, crederanno di essere conoscitori di molte cose, mentre come accade per lo più, in realtà, non le sapranno; e sarà ben difficile discorrere con essi, perché sono diventati portatori di opinioni invece che sapienti.

Se al posto di "scrittura" si mette la parola "internet" allora il testo è più che attuale: accedere a un numero potenzialmente infinito di informazioni non rende le persone istruite, ma spesso solo convinte di esserlo. Quante volte è capitato di vedere gente pontificare su temi di cui non sanno niente solo perché hanno trovato un link che ne parla? E quante volte essi, anche se poi arriva qualcuno che certi argomenti li conosce per motivi di studio o di lavoro a sconfessarli, anziché cercare di capire meglio come stanno le cose si intestardiscono a difesa della loro idea?
Si potrebbe aprire una discussione lunghissima su quanto oggi l'importante, per chi insegna, è educare a un uso corretto delle fonti e a saper discernere tra quelle affidabili e quelle discutibili, o sull'uso che Platone fa della parola "farmaco", che in greco antico significava sia "medicina" sia "veleno", ma il post ormai è diventato troppo lungo ed è ora di concludere.
Per cui, per salutare degnamente quei quattro lettori che si avventurano su questo blog, scelgo questo brano degli Aphrodite's Child (anche loro greci, ma moderni). A presto.


4 commenti:

  1. Maremma miseria la prossima volta ti registro e ti faccio sentire i rumori strani che emetti! :-D

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  2. Si chiama estasi intellettuale Ele: tu che hai la sensibilità artistica e culturale di una pietra non puoi capire :P

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  3. certo che anche fedro....doveva per forza raccontare chi era, di dov'era, chi fosse il padre e taggare l'amico comune? Fiore

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  4. Beh Fiore, è il bello (o il brutto) di non avere niente da fare: si ha più tempo per parlare raccontando ogni singolo dettaglio, specie quelli più inutili.

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