giovedì 15 maggio 2014

Non c'è niente di più formale del Casual Friday

In seguito, il Sig. Lews inviò un'email con oggetto
"Linee guida tassative per il Casual Friday".
Nell'azienda per cui lavoro normalmente sono tenuto a presentarmi al lavoro in giacca e cravatta. Fa però eccezione il cosiddetto "Casual Friday", ("Venerdì informale", più o meno, in italiano), in cui ciascuno può liberarsi del nodo alla gola rappresentato dalla cravatta e vestirsi come più gli o le aggrada.
Non che questa usanza non mi piaccia (specie perché l'unico paio di scarpe eleganti che ho è in realtà alquanto scomodo), ma devo ammettere che fatico, ogni tanto, a capirla, trovandola per certi versi addirittura contraddittoria.
La voce su Wikipedia a riguardo afferma che 

In alcuni uffici si celebra con essa una sorta di tregua dalle costrizioni del codice di abbigliamento formale

Detta così mi sembra un concetto simile all'ora d'aria nel carcere, che non è proprio una bella immagine per un ambiente di lavoro, specie per quelle aziende che con tale usanza vogliono mostrarsi giovanili e dinamiche: tanto vale allora fare come in parecchie compagnie informatiche, che, in ossequio a una cultura del lavoro più rilassata d'ispirazione californiana, non impongono alcun codice d'abbigliamento ai propri dipendenti. E poi, capisco che chi deve avere a che fare col pubblico o coi clienti debba rispettare certe regole nel vestirsi, ma chi come me passa tutto il giorno a bestemmiare di fronte ad una finestra di SQL o simili su uno schermo di un computer non ha molte interazioni umane.
Voglio un manager con questa
maglietta
Infine, qualcuno potrebbe domandarsi: "Come mi vesto al casual Friday?" Perché in fondo, vi sembra possibile che in un'azienda che impone un codice d'abbigliamento durante la settimana qualcuno possa presentarsi con una maglietta tipo quella qui a fianco? Magari con delle meravigliose infradito (qui un mio post su cosa penso io dei sandali) e dei bermuda?
Anche un'usanza che vuole essere un inno all'essere informali e alla libertà da condizionamenti esterni alla fine ricasca in questi due limiti, oltre che in quello della routine (che cavolo, perché per forza il venerdì? Solo perché così si entra gradualmente in modalità weekend?).
Per tutte queste ragioni, pur apprezzando alla fine la cosa, non la capisco. D'altronde, non è necessario comprendere qualcosa appieno per farsela piacere: non diceva Oscar Wilde che 
Le donne sono fatte per essere amate, non per essere capite?

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