martedì 10 giugno 2014

Correlazioni pericolose

Ogni tanto sui giornali, o in televisione, si sentono notizie tipo "Le arance combattono il cancro". Nella descrizione di tale studio si dice poi che si è osservata una correlazione secondo cui chi mangia almeno tot agrumi al giorno è meno colpito da certi tipi di tumore rispetto al resto della popolazione.
Oggi voglio parlare appunto del termine "correlazione". Nel lessico comune questo termine diventa sinonimo di un rapporto di causa ed effetto, come nell'esempio citato all'inizio di questo articolo. Tuttavia, specie nel linguaggio scientifico, esso ha in realtà un altro significato. 
Gli scienziati hanno una fissazione: ogni cosa che studiano deve essere misurabile. Così come le lunghezze vengono quantificate in metri o in km e la temperatura in gradi centigradi (che per fortuna sono usati anche qui in Gran Bretagna), generalmente quando si fa ricerca su qualcosa si vuole sempre poterla misurare.
In seguito, spesso le varie misure vengono riportate su dei grafici: generalmente sono delle rappresentazioni di due grandezze, con due assi a fare da sistema di riferimento (come le lettere e i numeri nella battaglia navale), e la posizione in ciascun punto del piano corrisponde a una coppia di valori di entrambe.

Un esempio di variazioni giornaliere di temperatura

Nell'esempio qui sopra riportato, ogni punto corrisponde alla temperatura media (prima grandezza, indicata sull'asse verticale) registrata in un giorno del mese di giugno (seconda grandezza, rappresentata sull'asse orizzontale). In questo grafico, poiché si mostra come è variata la temperatura giorno dopo giorno, ossia nel tempo, si dice che si studia la sua evoluzione temporale
Quello che poi gli scienziati fanno spesso è studiare l'evoluzione temporale di due grandezze. Se all'aumentare dell'una corrisponde una crescita dell'altra e viceversa, allora in statistica si parla di correlazione. Esistono dei metodi per determinare quanto due grandezze siano correlate, ma descriverli esulerebbe dallo scopo di questo articolo. Consideriamo invece il grafico sottostante.

La ricerca spinge alla morte?

In questo caso, volendo studiare due quantità diverse, gli assi verticali sono due: uno a sinistra e uno a destra, ma per il resto abbiamo un esempio del tutto simile al precedente. Esso mostra come sono variati negli anni il numero (indicato sull'asse verticale a destra) di suicidi per impiccagione, strangolamento e soffocamento negli Stati Uniti (curva rossa), e la spesa (il riferimento è sull'asse verticale a sinistra, in milioni di dollari americani) sempre dello stesso paese per ricerche in ambito scientifico, spaziale e tecnologico. Si vede subito che le due grandezze formano percorsi molto simili, vanno quasi in parallelo, e quindi l'evoluzione di queste due grandezze è quasi identica: quando una aumenta, ad esempio, l'altra fa la stessa cosa. In questo caso la correlazione è praticamente perfetta.
Voi capirete tuttavia che non vi è alcun rapporto di causa ed effetto (stavo per scrivere "correlazione", sotto l'influsso del linguaggio di tutti i giorni) tra queste due grandezze: nel titolo le ho definite "correlazioni pericolose" (in realtà, si indicano col termine "spurie").
A meno che non si voglia fare come i giornalisti sopra citati, e magari lanciare un servizio in cui si dice "È dimostrato: più un paese spende in ricerca e tecnologia e più le persone tendono a suicidarsi", magari per poi lanciarci in un "Le cause sembrerebbero essere la maggior pressione esercitata sui ricercatori da chi aumenta i propri investimenti, siano essi pubblici o privati, in cerca di un ritorno economico immediato che lo scienziato non può garantire, e che spinge poi quest'ultimo a darsi la morte per la delusione in caso di fallimento".
Perciò, quando sentite dire che vi sarebbe correlazione fra un certo comportamento e una maggiore salute, non accontentatevi di queste parole e cercate sempre di vedere quale sarebbe il nesso di causalità proposto: nel caso da me menzionato, è facile riconoscere che si tratta di una sciocchezza. Lo è un po' meno invece quando, parlando della dieta, vengono descritte strane molecole che favorirebbero taluni processi metabolici.

I pirati e il riscaldamento globale

In generale però, non accontentatevi mai della prima spiegazione. Indagate, informatevi, sentite più pareri, insomma: siate curiosi. Altrimenti finirete per credere a tutto, anche alla tesi secondo cui il diminuire del numero dei pirati professionisti sia la causa del riscaldamento globale.

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