venerdì 1 marzo 2013

Chi di sondaggi vive...

Questo blog prima delle elezioni (vedere qui, qui e qui) aveva fornito varie stime di sondaggi sui possibili andamenti delel votazioni. Alla luce di quanto accaduto, si può senz'altro dire che abbiamo sbagliato in pieno, e fornito previsioni che poi non si sono avverate.
Si potrebbe rispondere che solo chi non fa previsioni non ne sbaglia mai una, ma ritengo giusto fornire una spiegazione di come mai, anche alla luce del confronto mostrato nella figura qui a sinistra, possa essere stato possibile sbagliare così tanto. Comincio col dire che non ritengo ci sia stata alcuna truffa: nessun istituto aveva interesse secondo me a favorire in maniera così sfacciata un partito piuttosto che un altro dando previsioni così errate.
Di conseguenza vi sono due possibilità:
1) Ho sbagliato qualcosa nella mia analisi.
2) Erano sbagliati i dati da me presi.

Ora, sembrerà una semplice difesa di bottega, ma effettivamente ho ricontrollato svariate volte i risultati e ritengo di poter escludere la prima opzione. Resta quindi la seconda: dobbiamo ritenere i sondaggisti dei cialtroni?
Sì e no, nel senso che, probabilmente, non hanno condotto alcun errore nell'analisi dei dati, ma non hanno forse fatto abbastanza attenzione a verificare che valessero le tre ipotesi fondamentali per l'affidabilità di un sondaggio, da me autorevolmente ricordate in precedenza: la rappresentatività del campione intervistato, la correttezza nel porre le domande e la sincerità di chi risponde.
Almeno una di queste tre è saltata, probabilmente due: i sondaggi sono fatti in maggioranza telefonicamente, e quindi capita spesso che a casa risponda il padre di famiglia e non il figlio che vota M5S (la differenza tra i risultati di Camera e Senato di questo partito conferma il successo che ha tra i giovani); oppure, spesso chi vota Berlusconi non lo ammette.
Comunque, oramai il più è fatto, e queste elezioni sono state un'ulteriore dimostrazione di come fissarsi per i sondaggi (come ho fatto io) possa essere fuorviante: le motivazioni che orientano una persona al momento del voto sono molte, complesse e interconnesse (bisogni economici, contesto territoriale, contesto familiare ed amicale, candidature regione per regione) ché spesso sfuggono alla logica dei sondaggi, che non riesce a leggerli.
Analisi sul che fare saranno oggetto di un mio futuro post.

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