lunedì 5 agosto 2013

Elogio della pacatezza

Un uomo un mito, Piero Angela
Essendo restato questo sabato sera a casa, dopo un'afosa giornata di lavori di giardinaggio mi sono steso sul divano e, facendo zapping televisivo, mi sono imbattuto nella diretta di RaiNews24 dedicata alla festa per la pedonalizzazione dei Fori Imperiali a Roma. Tra le varie personalità intervenute sul palco, diretto dalla grandissima Concita De Gregorio, ho ammirato in modo particolare il signor "divulgazione scientifica" in persona Piero Angela, che ha parlato di cosa erano i Fori e della vita quotidiana nell'antica Roma.
Ora, a parte la gioia di vedere sullo schermo colui che con il suo programma Quark ha acceso in me la passione per la scienza, i sentimenti che provavo andavano dalla fascinazione per quanto raccontava (sono patito della storia greco-romana antica) alla serenità datami dal modo in cui lo faceva, quella stessa sensazione che provavo ogni volta che ascoltavo la sigla del suo programma, un rifacimento dell'Aria sulla Quarta Corda di J.S. Bach (qui sotto nella versione orchestrale).


Voglio porre l'accento sulla pacatezza del personaggio: un misto di serietà, sobrietà, eleganza, lentezza, che non si ritrova più quasi da nessuna parte, in questo mondo dove purtroppo invece contano l'urlo, la velocità portata all'eccesso, la volgarità e la cialtroneria. Se questi comportamenti fossero limitati al mondo dello spettacolo e in particolare della televisione sarebbe un conto (ma mica tanto, se si pensa che quest'ultima è forse il primo attore e formatore culturale in Italia). Al contrario, essi dilagano in tutti gli ambiti: politica, istituzioni, scuola, università, mondo del lavoro, vita comune, tutti stravolti da un nuovo linguaggio e un modo di essere sostanzialmente cafoni, che vogliono spettacolarizzare qualunque cosa.
Quello di cui invece sento tanto il bisogno e che probabilmente servirebbe al nostro paese è l'esatto contrario: normalità, tranquillità, pensare a quello che si dice prima di dire quello che si pensa, il senso del limite, del decoro, del contegno, uno stile paradossalmente anti-carismatico, che centra il proprio argomentare più sul proprio contenuto che sulla propria forma (per questo, in fondo, pur con tutti i suoi difetti, mi piaceva Bersani, anche se molti non saranno d'accordo).
Attorno a me invece vedo solo un mondo che urla, che va veloce, che usa parole, immagini e concetti volgari ogni tre per due, e si badi che ho un concetto piuttosto articolato di volgarità: per esempio, ritengo di molto più volgare Bruno Vespa in TV che parla dell'omicidio di Sarah Scazzi o il giornalista che va dalla madre a chiedere, subito dopo l'omicidio del figlio, "Che si prova in questi momenti?" piuttosto che vedere un esercito di cazzi che penetrano contemporaneamente il culo di una donna in un film porno (e ho usato volutamente termini da turpiloquio). E questo dilagare mi fa sentire tremendamente a disagio.
Però poi mi basta un tuffo nella musica, e tutto passa. Vi saluto con una delle creazioni musicali che mi danno più serenità: ascoltate il violoncello, questo strumento veramente valorizzato. Buona notte.



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