venerdì 25 gennaio 2013

A volte ritornano - La sinistra e le banche

Nell'allegro stivale in questi giorni si parla molto del Monte dei Paschi di Siena (MPS).

Breve riassunto dei fatti.
Questa banca è la più antica del mondo ad aver esercitato ininterrottamente la propria attività ed è divenuta, dopo l'acquisizione nel 2007 di Banca Antonveneta, il terzo gruppo bancario italiano per numero di filiali.

Come molte banche italiane, in essa un ruolo fondamentale è giocato dalle fondazioni bancarie, società senza fini di lucro (e che controllino una banca fa quindi un po' sorridere come contraddizione) con personalità giuridica mista pubblico-privata. Come in Unicredit e in Intesa-San Paolo, in MPS risulta importante la presenza delle istituzioni locali, in particolare del Comune e della Provincia di Siena, attraverso la Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
MPS sta attraversando un periodo a dir poco difficile: ha ricevuto soldi pubblici, sotto forma di obbligazioni acquistate dallo stato italiano, per 3.9 miliardi di euro (i cosiddetti Monti-bonds), a causa dell'enorme e ancora non ben definito passivo di bilancio in cui si trova.

Non sono un economista e quindi probabilmente dirò qualche castroneria a riguardo, ma le ricostruzioni di questi giorni fanno risalire tutto proprio all'acquisto di Antonveneta: si era alla vigilia della crisi economica che ancora oggi morde le nostre vite, e i titoli bancari subirono tutti delle grosse perdite. Va poi ricordato che Antonveneta fu pagata 6.6 miliardi di euro pochi mesi prima dal gruppo ABN AMRO.
La dirigenza dell'epoca, nei panni di Mussari, per coprire questa falla di bilancio nel 2009 sottoscrisse dei derivati con la banca giapponese Nomura, al fine di compiere un restyling del bilancio di quell'anno e scaricare la perdita sulla Nomura. In realtà i giapponesi non sono dei benefattori, e quindi parallelamente fu sottoscritto un contratto a lungo termine, non comunicato da MPS alla vigilanza della Banca d'Italia, con cui Nomura riversava nuovamente il passivo su MPS.

Questa vicenda mi fa venire in mente alcune cose.
Mussari era stato messo a capo dell'Associazione bancaria italiana, la maggiore associazione delle banche italiane. Come funzionano i processi di selezione del management in finanza, mi viene da chiedermi...
Inoltre oggi Monti ha chiamato in causa il PD e le sue responsabilità nella vicenda. Le colpe della classe dirigente del Partito Democratico e di quelli che erano prima il PCI, il PDS e i DS sono innegabili: Siena è sempre stata gestita da loro da almeno 50 anni, e visto il ruolo del pubblico nelle fondazioni bancarie è innegabile che la dirigenza locale del PD sia stata quanto meno assente nel controllare ciò che il management della banca faceva. Non mancherò di menzionare, poi, le donazioni di Mussari ai DS e poi al PD di Siena, che quindi forniva soldi alle stesse persone che poi detenevano il controllo di MPS. Infine, i sindaci di Siena degli ultimi 25 anni, ad eccezione del più recente e dimissionario Franco Ceccuzzi, erano dipendenti di MPS.
Un'obiezione facile, come ci ricorda questo articolo de La Stampa, sarebbe che il "groviglio armonioso" di MPS e la relativa spartizione riguardava un po' tutti, compresi DC e massoneria prima, e poi tutta la galassia di centro-destra odierna.
Non si può però negare il ruolo rilevante di PCI-PDS-DS-PD. PDL e Lega hanno già lanciato la controffensiva, con presidî sotto la sede di MPS e affermazioni meravigliosamente idiote tipo "L'IMU di Monti sulla prima casa da 4 miliardi è servita a dare i soldi a MPS" (qui un'ottima confutazione di questa castroneria).

Comunque, nel 2006 il pur favoritissimo centro-sinistra ebbe una vittoria sofferta anche a causa delle intercettazioni di Fassino con Consorte ("Abbiamo una banca?"), oggi si corre lo stesso rischio per questa vicenda, e per di più Monti apre al PDL se Berlusconi, che oggi ha avuto un simil-malore, non dovesse esserci. Sarà ancora una volta una vicenda bancaria a spianare la strada al successo di gente che su questo non è certo innocente (vi ricordate la Banca Popolare Italiana di Fiorani, anche lei tra l'altro incappata su Antonveneta, e la vicenda Credieuronord)?
Fatto sta che io, dalla sinistra, mi aspetterei almeno un po' più di distacco dal mondo delle banche e della finanza, mentre invece facciamo gli stessi errori della destra, e poi ci costano pure caro: le elezioni, che sembrava si dovessero decidere in Lombardia, si giocheranno a Siena?

Breve nota biografica: il sottoscritto, col permesso di soggiorno per la Svizzera in scadenza, è tornato in Italia per seguire un corso di abilitazione all'insegnamento.


Cercherò comunque di trovare un lavoro in Svizzera, incrociate le dita per me :)

5 commenti:

  1. Intanto continua a scrivere per Dad Spuma und Der Spritz. Domani aggiungo qualcosa, ma concordo con quello che hai scritto e non ho notato castroneria.

    Torna in Isvizzera che in fabbrica ci serve la tua diplomazia!

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  2. http://www.fermareildeclino.it/articolo/monte-dei-paschi-nazionalizzare-per-liberalizzare

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  3. Grazie Zurota per aver detto che non ho scritto castronerie, ma ho dimenticato qualcosa: il restyling del 2009 non era per il semplice gusto di avere il bilancio in attivo. Con dei conti in nero era possibile distribuire dividendi, e non va dimenticato che questi andavano anche nelle istituzioni locali (comune e provincia), che li hanno usati, tra le altre cose, anche per asfaltare strade o fare altre infrastrutture: insomma, di nuovo la politica che fa pressioni su una banca, e non importa se i fini siano giusti o meno...

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  4. Il fatto che si usino i soldi per fare qualcosa di utile non è una giustificazione, anche perché penso che l'uso utile sia stato residuale. Ora ho letto una spiegazione credibile dell'assurdo prezzo pagato per Antonveneta. Le care vecchie tangenti.

    http://www.repubblica.it/economia/2013/01/26/news/mps_ombra_tangente-51313128/?ref=HREA-1

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  5. L'ho detto, non è giusto che la politica interferisca con la gestione di un istituto di credito. Sulle tangenti non ho detto niente perché si è all'inizio dell'inchiesta, ma di sicuro dovremo tornarci, ne sono sicuro.
    Ripropongo solo un paragrafo dell'articolo citato: "Antonveneta è una "operazione di sistema", dove tutti coprono tutto, e a vantaggio di tutti. E in cui si creano e cementano nuove fedeltà. A Siena, ma non solo, come dimostra la giubilazione, nel 2010, di Mussari al soglio dell'Abi. Antonveneta, infatti, è in quel momento un problema del Sistema, e come tale viene sistemato con generale soddisfazione." Appunto l'inchiesta è all'inizio, anche se si capisce che molti ci hanno marciato sopra: prima di commentare, però, vorrei sapere chi, appunto.

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