sabato 12 gennaio 2013

Noi giovani che teniamo a malapena i mobili

A Natale mi è capitato di vedere un bel film : La regola del silenzio (The company you keep) di Robert Redford. Il film parla di un gruppo di terroristi sinistri (nel senso che sono di "sinistra", cioè non che mettere le bombe sia di sinistra, intendiamoci, ma credo che ci siamo capiti). Ma non è di questo che voglio parlare, c'é  una battuta nel film che io trovo riassuma benissimo lo scontro generazionale che è in atto oggi. La scena è questa: in prigione una ex terrorista 50enne incontra un giovane cronista squattrinato che la intervista, lei a un certo punto gli dice che si é costituita "per le sue figlie". Poi con aria sprezzante gli chiede se lui ha figli: la risposta del giovane racchiude la condizione sociale di un' intera generazione: "Io tengo a malapena i mobili".
Nella diversità dei loro due destini si racchiude l' enorme differenza di potenziale che hanno avuto la vecchia e la nuova generazione:  la signora di mezza età nella vita ha potuto fare la terrorista e poi ricostruirsi la vita perchè le possibilità erano enormi (i.e. non c'era la crisi).  Perchè ai suoi tempi, per dirla con De Gregori, "il paese era molto giovane, i soldati a cavallo era la sua difesa,  e il verde brillante della prateria dimostrava in maniera l' esistenza". Una persona poteva darsi alla macchia e poi ricominciare una vita normale tante erano le possibilità.  Loro avevano il tempo di fare anche i terroristi, "ad aspettarli fuori ci sarebbe stata sempre la stessa rabbia e la stessa primavera".
Il giovane dicendo "tengo a malapena i mobili", sottolinea la sua condizione di povertà, precarietà (possiede a malapena i  mobili probabilmente perchè sa che dovrà spostarsi, figurarsi l' idea di possedere  una casa, figurarsi quella di "possedere" dei figli.
Insomma la vecchia generazione lottava contro il sistema che li voleva tutti inquadrati, la nuova lotta per entrare nel sistema, non per seguire chissà quali modelli di consumo, ma semplicemente per sopravvivere.  Il "sistema" è stato distrutto (non certo da chi lo combatteva), ma non abbiamo pensato a nulla per sostituirlo...

1 commento:

  1. Interessante, quantomeno come spunto per una discussione più approfondita, il legame tra benessere e terrorismo (o lotta armata, che dir si voglia). Era una delle questione più dibattute quando si parlava molto di più di massimi sistemi (ah bei tempi !!!): a che condizioni un gruppo intraprende la strada della rivolta armata? Perché ha troppa fame o perché vuole anche le rose? Quando è terrorismo, quando è resistenza, quando è rivoluzione? Io non lascerei la risposta a Quelo, non la cercherei dentro di me ... di certo però non esistono risposte che valgono per ogni tempo ... Con le primavere arabe, le proteste più o meno veementi in Europa e in USA la questione è tutta da riaprire ... senza dogmi o semplificazioni ...

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