sabato 15 dicembre 2012

Lo spread

La gente che lavora in finanza è per certi versi come una setta che usa un linguaggio costruito apposta per non far capire quello che dice e allo stesso tempo sembrare degli scienziati. Quando la parola "spread" ha iniziato ad essere sulla bocca di tutti la setta si è sentita un po' defraudata: come osano i comuni mortali usare il nostro gergo? Oltre a questo spesso era usato a sproposito - l'ultimo esempio è ovviamente il celebre "che ce frega dello spread".    

Oggi ho visto questa chiara spiegazione e la copio paro paro. Sotto c'è il link all'articolo.

Ora, cosa significava al novembre 2011 avere uno spread di 500 punti base? La cosa è molto semplice. Anzi, sul mercato si chiama proprio così: “the simple rule”. Dividete 500 punti base per 100, per avere il dato percentuale: 5%. Poi, ecco “la regola semplice”: dividete 5% per quello che vi aspettate di perdere da un fallimento dello stato italiano. Supponiamo che sia il 60% . Ottenete: 5% diviso 60% uguale a 8,33%. Ora, se la misura dello spread è riferita a titoli o Cds a 5 anni, andate su un foglio Excel, e in una cella mettete il calcolo: “=1 – exp(–0,0833*5)”. Nella cella comparirà un numero: 34,0649%. Ecco cosa significa lo spread. E’ un termometro che ti dice: tra 5 anni hai il 34% di probabilità di essere morto.

Due chiarimenti:
- 60%: di solito si assume che dal fallimento di un'azienda si riesce comunque a recuperare il 40% (vendendo quello che resta), quindi nel calcolo dei credit default swap bisogna considerare anche il recovery ratio (40%). Quindi 60% è quello che si perdee.
- la formula: fidatevi... chi vuole avventurarsi nella spiegazione può leggere questo pezzo di Moody's.

2 commenti:

  1. Non mi carica il pezzo di Moody's :)

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  2. perché l'impiegato di Moody's che ha caricato il file l'ha chiamato *.ashx invece di *.pdf. Ho riparato il linko, ora dovrebbe fungere.

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